Distopia
Per distopìa (o antiutopìa, pseudo-utopìa, utopìa negativa o cacotopia) si intende una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di utopìa ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia (spesso ambientata in un futuro prossimo) nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremi apocalittici.
Secondo l'Oxford English Dictionary, il termine fu coniato dal filosofo John Stuart Mill nel 1868, che si serviva allo stesso tempo anche di un sinonimo coniato da Jeremy Bentham nel 1818, cacotopìa. Entrambe le parole si basano sul termine utopìa, inteso come il luogo dove tutto è come dovrebbe essere. Distopìa è quindi l'esatto opposto, cioè un luogo del tutto spiacevole ed indesiderabile. Spesso la differenza tra utopìa e distopìa dipende dal punto di vista dell'autore dell'opera. I testi distòpici appaiono come opere di avvertimento, o satire, che mostrano le tendenze attuali estrapolate sino a conclusioni apocalittiche. La differenza con l'utopìa sta quindi nel fatto che la distopìa si basa su una società attuale, spostando però l'interesse su un'epoca e un luogo distanti o successivi ad una discontinuità storica, come nelle opere fantascientifiche di H.G. Wells.
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